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martedì 20 novembre 2001


L'inizio della fine......

Da numerosi uffici, ci è stata segnalata una strana lettera, purtroppo a Napoli, non l'abbiamo ricevuta, ma ringraziamo comunque i colleghi che ce l'hanno inviata a mezzo fax.
La lettera in questione, che più sotto trascriviamo, ha dell'inquietante: si tratta di una specie di avviso/testamento da parte di un non ben identificato collega torinese, il quale, in un angoscioso disappunto con il suo sindacato, parrebbe di capire la CGIL, si sfoga di tanti dubbi e perplessità maturate, credo, negli ultimi anni, situazioni e sensazioni acuite nel tempo, che man mano sono andate cronicizzandosi.
Siamo costernati per quanto scritto, ma il dovere di cronaca ci impone di riportare il tutto fedelmente, sopratutto alla luce della gravità della condizione del collega di torino, per il quale lanciamo un'appello:

Caro collega di Torino,
siamo sicuri che il tuo disperato sfogo derivi da anni inutilmente sacrificati, secondo te, nella militanza di un partito che oggi cambia, e che nel tempo è cambiato pure troppo.
Cambiamenti così repentini e numerosi, che alla fine fanno smarrire chi, la propria identità, l'aveva trovata in quell'idea, in quel vessillo.
Ma, vedi caro collega, a noi non interessa la critica di quello che fa un partito o un sindacato, interessa solo che tu stia calmo e ritorni sui tuoi passi, che rifletta bene cosa è giusto fare; perché al giorno d'oggi, specialmente per certi settori sociali, i sacrifici sono inutili e non capiti.
Solo per salvare la PATRIA è giustificato il sacrificio umano.
Dunque ti esortiamo a ravvederti e, a non dare seguito al "gesto estremo", che anticipi nella lettera.
Pensa che la vita è una cosa meravigliosa, prima o poi questi bastardi dovranno sistemarci e nessuno merita il tuo estremo sacrificio nè tanto meno un partito o un sindacato.

I colleghi ex LSU ti sono tutti vicini.

Se hai voglia di sfogarti o di parlare solamente il mio numero è il seguente: 3477259980.
Sinceramente


Federico


Quì di seguito riportiamo la trascrizione della lettera in questione.
Ci scusiamo con i colleghi, se qualche brano non viene riportato, ma il fax, anonimo, è giunto quasi illegibile, nel riportare ciò che veramente era di difficile interpretazione, come abbiamo detto, purtroppo, qualche frase non siamo riusciti ad interpretrarla, abbiamo inserito degli asterischetti (*****) per far capire che li manca qualche parola o frase.
Della lettera ne abbiamo avuto riscontro con i colleghi di alcuni uffici catastali.






A Cofferati CGIL
Ad Armuzzi, Serio e Cielo CGIL FP
E per conoscenza a tutti i colleghi ex LSU
E per conoscenza agli organi di stampa

Cari Compagni e cari colleghi,
è con molto rammarico che ho deciso, in questa lettera aperta di scrivervi seriamente i miei pensieri.
Dopo una seria riflessione, dopo avervi ascoltato in sede d’assemblea per le RSU a Torino, e dopo aver letto quanto riportato sulla ********** ********** ********** coordinamento (del quale abbiamo sempre **** ******** la politica), ho maturato il concetto che di tante tribolazioni e vicissitudini varie, subite nel catasto prima come LSU ed ora come lavoratore a termine, sempre precario, sono colpa del sindacato e soprattutto vostra e quindi sono giunto ad una triste conclusione che il sindacato storico dei lavoratori, la CGIL, non esiste più!

Due anni di sacrifici a testa bassa, sempre a lavorare per il padrone, per strappare poi a morsi, ogni volta, sempre e solo una misera proroga. Ed ogni volta aveva sempre il sapore di un’elemosina.
Mi devo purtroppo arrendere all’evidenza dei fatti: non avrò mai un futuro.
Vergogna!
La colpa è di un sistema perverso che vuole il sindacato, più forte, sempre al servizio dei padroni (non ho mai avuto il coraggio di guardare negli occhi mio padre, operaio della Fiat sempre in cassa integrazione, che si sentiva un emarginato della società e me lo diceva sempre di quelli non ti puoi fidare!), non intendo il governo, ma chi gestisce in modo occulto il potere all’interno del posto di lavoro, indirizzando le scelte della massa operaia, la CGIL.

Io che ho sempre votato PCI ed ho continuato a farlo anche dopo il fatidico giorno del riformismo D.S.!
E che cosa mi devo aspettare?
I lavoratori socialmente utili!
Un’invenzione malsana degna dello stalinismo più puro, un lavoro nero legalizzato; una facciata ipocrita ed ambigua, (come fu ambiguo l’allontanamento di Fausto Bertinotti), simile alla finta lotta per l’emersione del lavoro nero.

Schiavisti del XXI!

Ma andava bene anche così, purtroppo, in fondo c’eravate voi con il vostro storico prestigio, nei quali confidavo tutta la mia fiducia, *************** di iscritti che hanno reso forte, nel tempo, e rappresantiva la CGIL.
Parole confermate dalla colossale manifestazione dei metalmeccanici di ieri a Roma.

Adesso cosa stringo nelle mani?
Uno striminzito contratto di dodici mesi, che a detta di m*********, sarà addirittura difficile da rinnovare, figuriam***** ************ a tempo indeterminato.

Ora si celebra l’atto finale, il governo dei fascisti con Berlusconi, D’Antoni e gli amici suoi della CISL, armati da voi, (con la vergognosa politica governativa dell’ulivo (VOI), e la dissennata *********** del maggio 2001), ci faranno tutti fuori, ma proprio tutti!

A questo punto resta solo una cosa da fare: il sacrificio estremo, voi sapete cosa intendo, per la causa proletaria, in modo da restituire lustro e dignità ai lavoratori ed alla CGIL.

Come ultimo desiderio ************* di onorare quella tessera ingiallita che reca l’icona con la falce e con il martello, (che degnamente sventolò dai pennoni dell’ottobre russo e che fece gioire di felicità tutto il sotto proletariato) e di richiamare a raccolta tutti i compagni lavoratori per rivendicare la nostra dignità di lavoratori, ***************** posto di lavoro sicuro, e di scendere in piazza, tutti compatti, contro il fascismo e la terribile ideologia liberista del dittatore di Arcore.

O anche lui è un vostro degno compare?

Se ciò non dovesse avvenire, vi lascio con una sola parola:

TRADITORI!

Roma, 16/11/01

Un ex LSU del catasto di Torino, che ha partecipato allo sciopero dei metalmeccanici a Roma, col padre.




Ecco cosa sta accadendo: è proprio l'inizio della fine; a nulla sono valse le nostre continue segnalazioni, nulla e nessuno se ne frega.....
Ma i colpevoli, pagheranno, perché tutti li conosciamo bene.
E, qualora dovesse accadere l'irreparabile, ovvero che il collega oramai stremato da questo continuo sperpetuare nella ricerca di un'identità nella società e di qualcosa di certo per il futuro, dovesse compiere un inconsulto atroce gesto estremo, noi denunceremo gli assassini.
Perché si tratterà sicuramente di un omicidio!

Qualcuno lo fermi!.

Federico RIGHI





 
 
 
 


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