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giovedì 4 ottobre 2001


NO

CONTRO LO SMANTELLAMENTO DELLO STATO SOCIALE E DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE.
Quanti di voi hanno ancora qualche dubbio sulla continuità di governo?
A questo punto nessuno, dalle premesse e per quanto si propongono di fare in finanziaria, nel centro destra, ci sembra di essere tornati ai tempi del "liquidatore totale". Troppe congruenze e troppe spinte tutte nella stessa direzione: privatizzare e svendere, oramai le lobby di potere comprano tutto e tutti, quelli di sinistra e quelli di destra.
Tutto ciò è un pò come dire: cambiando l'ordine degli addendi la somma non cambia!
Questo governo è uguale al precedente; oramai questo è chiaro a tutti.
Come possiamo fare per arginare questo pericoloso fenomeno?
Certamente non basta tornare alle urne, questo no; è necessario fondare una nuova coscienza sociale, più rispettosa della vita e dei ceti più deboli.
Il Governo deve essere del popolo, il quale è l'unico sovrano, e non lo spettatore dei giochi di potere, bisogna rifondare seriamente lo stato sociale.



AL REFERENDUM DEL 7 OTTOBRE VOTA NO.....
Una vergognosa modifica della seconda parte della Costituzione votata con l'esiguo vantaggio di tre voti dal centrosinistra nella passata legislatura, oggi finirà con il favorire il centro destra.
E' necessaria una massiccia partecipazione al voto affinché trionfi il NO ad una modifica della Costituzione che cancellerà definitivamente la pubblica Amministrazione dello Stato, l'unico presidio sociale per l'erogazione dei servizi per tutti in Italia e all'estero.
Adesso che, anche grazie al contributo di centinaia di migliaia di lavoratori precari sfruttati negli ultimi dieci anni dallo Stato, le pubbliche amministrazioni si sono riorganizzate, riuscendo a fornire un servizio al pubblico adeguato ed all'altezza degli standards europei, si vuole decentrare le competenze, magari esternalizzandole e dunque svendendo aziende, oramai sane e redditizie, ai privati amici per pochi spiccioli.
Da ciò deriverà la massima precarizzazione del lavoro, saranno svuotati di contenuti i sindacati e i diritti sindacali non esisteranno più, compreso il diritto di sciopero.
Si parla di contratti di lavoro più ricchi in funzione delle prestazioni; solo un miraggio che non corrisponderà per niente allo squilibrio di ricchezza he si genererà, sempre a vantaggio di pochi.
Noi abbiamo il dovere morale di bloccare tutto questo processo.
Contro il decentramento di funzioni dello Stato e per la rifondazione dello stato sociale, è necessario votare NO al primo attacco alla Costituzione.
Qualcuno ci dirà che questo è quello che vogliono nel centrodestra, ma noi affermiamo il contrario, votare oggi il NO significa poter capire meglio per respingere domani, con maggior forza e più determinazione, gli stessi provvedimenti del centrodestra.




Quello che fa più male..... E':
Atto del Senato 699, RECANTE LE DISPOSIZIONI PER LA FORMAZIONE DEL BILANCIO ANNUALE E PLURIENNALE DELLO STATO, OVVERO LA LEGGE FINANZIARIA PER IL 2002.

Precisamente, quello che più non ci piace è l'art. 12, relativo alle assunzioni di personale.

1.
Per l’anno 2002, alle amministrazioni dello Stato anche ad ordinamento autonomo, alle agenzie, agli enti pubblici non economici, alle università, limitatamente al personale tecnico ed amministrativo, agli enti di ricerca ed agli enti locali di cui all’articolo 2 del testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, con popolazione superiore a 5.000 abitanti, è fatto divieto di procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato. Il divieto non si applica al comparto scuola. Sono fatte salve le assunzioni di personale relative a figure professionali non fungibili la cui consistenza organica non sia superiore all’unità. Alla copertura dei posti disponibili si può provvedere mediante ricorso alle procedure di mobilità previste dalle disposizioni legislative e contrattuali, tenendo conto degli attuali processi di riordino e di accorpamento delle strutture nonchè di trasferimento di funzioni.
2.
All’articolo 39, comma 2, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, l’ultimo periodo, introdotto dalla lettera a) del comma 1 dell’articolo 51 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, è sostituito dal seguente:
"Per ciascuno degli anni 2003 e 2004, le amministrazioni dello Stato anche ad ordinamento autonomo, le agenzie e gli enti pubblici non economici con organico superiore a 200 unità sono tenuti a realizzare una riduzione di personale non inferiore all’1 per cento rispetto a quello in servizio al 31 dicembre 2002".

3. Per il triennio 2002-2004, in deroga alla disciplina di cui all’articolo 39 della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni, le Forze armate e i Corpi di polizia nonchè il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco predispongono specifici piani annuali con l’indicazione:
a) delle iniziative da adottare per un più razionale impiego delle risorse umane, con particolare riferimento alla riallocazione del personale esclusivamente in compiti di natura tecnico-operativa;
b) dei compiti strumentali o non propriamente istituzionali il cui svolgimento può essere garantito mediante l’assegnazione delle relative funzioni a personale di altre amministrazioni pubbliche, o il cui affidamento all’esterno risulti economicamente più vantaggioso nonchè delle conseguenti iniziative che si intendono assumere;
c) delle eventuali richieste di nuove assunzioni che, fatte salve quelle derivanti da provvedimenti di incremento di organico per le quali sia indicata apposita copertura finanziaria, non possono, comunque, superare le cessazioni dal servizio verificatesi al 31 dicembre dell’anno precedente a quello di riferimento.
4. I piani di cui al comma 3 sono presentati entro il 31 gennaio di ciascun anno alla Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento della funzione pubblica ed al Ministero dell’economia e delle finanze – Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, per la successiva approvazione del Consiglio dei ministri. Le amministrazioni procedono autonomamente alle assunzioni di personale in attuazione dei piani annuali e ne danno comunicazione, per la conseguente verifica, alla Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento della funzione pubblica e al Ministero dell’economia e delle finanze – Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato al termine di ciascun quadrimestre.
5.
Le assunzioni effettuate in violazione delle disposizioni del presente articolo sono nulle di diritto.
6. A decorrere dall’anno 2003 gli organi di revisione contabile degli enti locali di cui all’articolo 2 del citato testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, accertano che i documenti di programmazione del fabbisogno di personale siano improntati al rispetto del principio di riduzione complessiva della spesa di cui all’articolo 39 della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni, e che eventuali deroghe a tale principio siano analiticamente motivate.

Non commentiamo, adesso, questo primo grave documento, il cui contenuto, chiaro a tutti, è nefasto. Sopratutto se integrato con quanto riportato sull'aggiornamento del sito di ieri, 3 ottobre 2001.
Ci stiamo già organizzando per una serie di riunioni nazionali. Faremo sapere per tempo date e luoghi.

Federico RIGHI









 
 
crusoè
 
 


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