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mercoledì 24 luglio 2002









Continua la discussione in commissione finanze.

Martedì 23 luglio 2002, è continuata la discussione in commissione finanze della risoluzione 7- 00110, la quale intende impegnare il Governo ad assumere ogni iniziativa utile al fine di garantire il potenziamento dell'attività degli uffici dell'Agenzia del Territorio, attraverso l'attuazione dei processi di semplificazione e di ammodernamento degli strumenti informatici per la gestione delle procedure catastali, affidando alle amministrazioni comunali la sola incombenza di rilasciare le misure catastali e le certificazioni, nonché ad assicurare la copertura dei posti vacanti nelle nuovi sedi provinciali di prossima apertura, sia attraverso la stipulazione di contratti a tempo indeterminato con i lavoratori ex socialmente utili impiegati presso l'Agenzia del Territorio, sia mediante l'effettuazione di concorsi regionali, facilitando al contempo il collocamento in quiescenza anticipata di lavoratori con elevata anzianità di servizio.
Riteniamo doveroso fare i nostri ringraziamenti agli Onorevoli che si sono impegnati, ma nel ringraziarli non possiamo far finta di non notare la poca incisività sulla questione della nostra stabilizzazione.
Resta comunque la speranza nella discussione che continuerà dopo il periodo di pausa estiva di agosto.









Commissione Finanze, risoluzione 7-00110, continua l'esame!


il sito della camera dei deputatiMartedì 23 luglio 2002, sotto la Presidenza del presidente Giorgio LA MALFA. - Interviene il Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Maria Teresa Armosino.
La seduta comincia alle 12.10.
7-00110 Pistone: Potenziamento dell'attività degli uffici dell'Agenzia del territorio. (Seguito della discussione e rinvio).
La Commissione prosegue la discussione, rinviata nella seduta del 3 luglio 2002.







il sito della camera dei deputatiIl sottosegretario Maria Teresa ARMOSINO, nel precisare che è consapevole delle preoccupazioni legate al tema della mobilità del personale sollevate nella risoluzione in titolo assicura che sono in corso attente valutazioni che tuttavia non ritiene possano essere concluse, consentendo al Governo di assumere impegni in merito, prima della sospensione dei lavori del Parlamento per la pausa estiva.
Sono all'attenzione del Governo da un lato il fatto che, ad oggi, solo il 37 per cento dei comuni ha espresso la propria posizione circa la gestione in proprio o in associazione con altri comuni per l'esercizio dei servizi catastali, dall'altro la denuncia di situazioni di forte criticità evidenziate nell'altro ramo del Parlamento. Nel sottolineare come ci si stia muovendo per far sì che ciascun comune possa garantire almeno un servizio minimo per poi valutare se gestire in proprio ulteriori funzioni o delegarle all'Agenzia del territorio, assicura che è obiettivo del Governo garantire una maggiore flessibilità nell'ambito delle possibili alternative per ciascun comune, garantendo che non è intenzione di alcuno favorire processi di centralizzazione delle funzioni.
Avverte infine che depositerà agli atti della Commissione una documentazione sulla questione (vedi allegato 4).



il sito della camera dei deputatiGabriella PISTONE (Misto-Com.it) prende atto della disponibilità espressa dal sottosegretario e concorda nel rinviare il seguito dell'esame della risoluzione. Sottolinea la necessità, che peraltro ritiene condivisa dal sottosegretario, di salvaguardare professionalità e capacità anche di lavoratori socialmente utili, che hanno consentito, in specie al sud, di affrontare e risolvere non poche situazioni problematiche.
Nell'esprimere perplessità in merito al rischio che un eccesso di flessibilità dia vita ad una molteplicità di situazioni a danno dell'omogeneità di trattamento tra i cittadini, auspica che sia assunta quanto prima la migliore soluzione possibile per dare certezze al personale, fortemente provato dal clima di provvisorietà in cui si trova ad operare.



il sito della camera dei deputatiGiorgio LA MALFA, presidente, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.










La seduta termina alle 12.35.


Allegato 4
DOCUMENTAZIONE DEPOSITATA DAL SOTTOSEGRETARIO ARMOSINO

La risoluzione al nostro esame è volta ad impegnare il Governo ad assumere iniziative per il potenziamento dell'attività degli uffici dell'Agenzia del Territorio affidando alle amministrazioni comunali la sola incombenza del rilascio delle visure catastali e delle certificazioni.
Al riguardo, in via preliminare si ricorda che il decentramento delle funzioni catastali ha già formato oggetto di diverse interrogazioni parlamentari.
Già questa Commissione, nella seduta del 21 novembre 2001, con l'approvazione della risoluzione n. 7-00035, ha impegnato il Governo a procedere con decisione nella realizzazione della riforma del catasto.
In termini generali il processo di decentramento agli enti locali, come noto, è finalizzato al conferimento ai Comuni di funzioni e servizi catastali in attuazione dei decreti legislativi 31 marzo 1998, n. 112 e 30 luglio 1999. n. 300.
In particolare, risultano puntualmente identificate le funzioni conferite agli enti locali, corrispondenti all'insieme delle attività di conservazione, utilizzazione ed aggiornamento degli atti del catasto.
Per l'esercizio dei servizi catastali ciascun Comune ha la possibilità di scegliere tra due possibili alternative; può, infatti, gestirli in proprio (singolarmente o in associazione con altri comuni) ovvero delegarli all'Agenzia del territorio, attraverso la stipula di una apposita convenzione prevista dal citato decreto legislativo n. 300/99 (articolo 64).
Per quanto riguarda l'esercizio diretto delle funzioni catastali, il suddetto percorso viene intrapreso, pertanto, da quei Comuni che singolarmente (o in forma aggregata con altri Comuni) decidono di assumere la totalità delle funzioni e di erogare i relativi servizi di sportello.
A tal fine a detti Comuni spetterà, ai sensi dei DD.PP.CC.MM. 19 dicembre 2000 e 21 marzo 2001 la quota di risorse, umane e finanziarie, necessarie alla realizzazione del trasferimento delle funzioni catastali, definite in modo proporzionale alla popolazione residente.
Il processo di decentramento si dovrà completare entro il 26 febbraio 2004. A questa data dovranno, infatti, essere omessi i previsti provvedimenti attuativi della mobilità del personale e del trasferimento delle risorse, tranne nei casi in cui i Comuni affidino la gestione del servizio all'Agenzia del territorio, ricorrendo alle convenzioni.
È evidente che l'opzione in merito alle possibili modalità di decentramento delle funzioni e dei servizi catastali dipende esclusivamente dalla volontà dei Comuni stessi.
Le analisi condotte e le sperimentazioni in corso confermano la possibilità di perdita di economie di scala fra il modello organizzativo dell'Agenzia, su base provinciale, e quello di polo di decentramento di uno o più comuni della provincia.
Ciò potrà determinare costi aggiuntivi nell'esercizio delle funzioni che, sulla base delle attuali disposizioni normative, dovranno essere sostenuti dagli Enti locali.
Per minimizzare dette diseconomie, numerosi Comuni hanno inteso perseguire un modello che definisce bacini di ampiezza adeguata, attraverso un'aggregazione di Comuni deputati a svolgere autonomamente tutte le attività catastali. È evidente che i futuri scenari operativi, sia dl esercizio diretto delle funzioni catastali da parte dei Comuni, che di gestione convenzionata per il tramite dell'Agenzia del territorio, dovranno risultare da atti deliberativi adottati da ciascun Comune.
A tale fine è stata definita ed attivata, di concerto con le Associazioni rappresentative degli Enti locali, un'azione propositiva per la definizione dei possibili scenari in grado di contenere le diseconomie di scala complessive del nuovo modello decentrato.
In tale contesto acquista particolare rilievo sia il completamento di una banca dati catastale informatizzata che una infrastruttura tecnologica adeguata e suscettibile di supportare servizi innovativi.
La nuova architettura del sistema informativo, che è in corso di realizzazione, consentirà ai Comuni di assumere le funzioni e di erogare direttamente e localmente i servizi catastali; consentirà, inoltre, di garantire la continuità dei processi di aggiornamento della banca dati catastale anche al fine di corrispondere adeguatamente alle esigenze di un'utenza maggiormente decentrata, mettendo a disposizione in sede locale i necessari servizi di consultazione e di certificazione.
Dovrà parimenti supportare lo svolgimento del ruolo istituzionale dell'Agenzia quale garante dell'unitarietà del sistema catastale per quanto riguarda la gestione dei flussi di aggiornamento, oltre la creazione ed aggiornamento dell'Anagrafe immobiliare, nonché la gestione delle funzioni e di servizi catastali per conto dei Comuni a seguito delle convenzioni, già in precedenza indicate.
Per conseguire i suddetti obiettivi è necessario attuare un modello tecnico-organizzativo che sia indipendente dalle architetture dei sistemi informativi dei soggetti attori del processo di decentramento (Agenzia, Comuni, categorie professionali, altre istituzioni, eccetera) e che, permettendo la condivisione delle diverse banche dati consenta i processi di interscambio delle informazioni comuni. Esso deve, altresì, supportare l'espansione decentrata delle funzioni e dei servizi catastali, favorendone la fruibilità da parte dei cittadini e delle altre utenze.
Secondo tali principi e criteri è in corso lo sviluppo del «sistema di interscambio Catasto-Comuni» che prevede lo sviluppo dell'attuale SISTER-sistema di gestione delle utenze telematiche sui servizi ipotecari e catastali implementando le funzionalità che consentono l'interoperabilità tra gli archivi, la reciproca coerenza e l'allineamento delle informazioni separatamente trattate dall'Agenzia del territorio e dai Comuni.
Per quanto riguarda la qualità dei dati gestiti e del servizio offerto va confermato che, in armonia ai nuovi indirizzi legislativi e nonostante gli attuali limiti di risorse, è in corso un ingente sforzo realizzativo. Infatti, l'Agenzia ha definito, già a partire dall'anno 2000, i piani pluriennali riguardanti gli obiettivi strategici, incentrati principalmente su due assi portanti:
il miglioramento operativo/gestionale dell'attività ordinaria;
la realizzazione di attività straordinarie attraverso modalità di lavoro innovative (program management). In tal modo sono state portate avanti efficacemente la maggior parte delle azioni di recupero degli arretrati, di informatizzazione degli atti e di completamento delle informazioni catastali.

Nel contesto descritto è prevista, in particolare, la costituzione dell'Anagrafe dei beni immobiliari esistenti sul territorio nazionale, vista come integrazione tra le informazioni relative agli immobili e quelle afferenti i soggetti titolari di diritti reali gravanti sugli stessi.
Tenuto anche conto dell'avvio del processo di decentramento, l'obiettivo è assicurato mediante le seguenti azioni:
allineamento delle informazioni presenti nelle banche dati del Catasto e della Conservatoria;
allineamento della nuova banca dati con le informazioni contenute nelle banche dati di altre istituzioni;
semplificazione ed unificazione degli adempimenti in materia immobiliare (nota unica);
completamento delle attività di rasterizzazione e validazione dei risultati delle note di trascrizione ed iscrizione relative al ventennio precedente l'automazione delle Conservatorie;
completamento delle attività di formazione di archivi cartografici digitali attraverso il recupero dei copioni di visura rasterizzati dall'AIMA e sovrapposizione dei dati di aggiornamento pervenuti attraverso la procedura PREGEO per le province prive di cartografia catastale numerica;
adozione di nuovi sistemi gestionali per la cartografia digitale.

Va precisato che per lo sviluppo del progetto «Anagrafe dei beni immobili» sono stati impegnati i Lavoratori Socialmente Utili (ora assunti con contratti a tempo determinato) ed, inoltre, sono state attribuite, in via prioritaria rispetto ad altri impieghi, le risorse risultanti dall'incentivazione, da recuperi di efficienza e dal ricorso a convenzioni con gli Enti locali.
Sono state, altresì, destinate parte delle risorse finanziarie per potenziare le tecnologie informatiche e gli strumenti software necessari allo sviluppo del progetto.
Peraltro, con il piano degli investimenti adottato per lo sviluppo dell'architettura informatica si è inteso dare un supporto efficiente ed efficace ai Comuni, ma anche conseguire la massima qualità ed efficacia dei servizi erogati, l'aumento di produttività attraverso l'ottimizzazione delle infrastrutture, la semplificazione delle procedure, l'aumento della capacità di governo dei fattori produttivi e la revisione degli assetti organizzativi.
Tuttavia si deve segnalare che il progetto «Anagrafe dei beni immobiliari» richiede per il suo completamento ulteriori tempi ed investimenti. Il progetto, infatti, ha presentato, rispetto all'iniziale previsione, taluni scostamenti in termini di disponibilità effettiva di risorse, umane e finanziarie, che non è stato possibile impiegare in modo adeguato perché condizionate dalla insufficiente disponibilità finanziaria, da programmi di incentivazione non pianificati e dai profondi squilibri presenti a livello geografico nelle dotazioni degli uffici dipendenti, che non è possibile sanare attraverso processi di mobilità interna ovvero a seguito di specifici accordi sindacali.
Peraltro, per quanto riguarda questi ultimi rapporti, si sta sempre più manifestando un forte disagio nei confronti dell'attuazione del piano di decentramento.
Infatti, come segnalato dall'Agenzia del territorio, a seguito delle attività di sperimentazione, avviate allo scopo di focalizzare con maggiore precisione la serie di questioni e le problematiche connesse al decentramento, si è venuto ad accrescere il timore nel personale dell'Agenzia e le insicurezze in merito ai disagi connessi agli spostamenti e ad una paventata utilizzazione non professionalmente adeguata nell'impiego diretto presso i Comuni.
In proposito, non possono essere riassicurate le posizioni pregiudiziali assunte dalle Organizzazioni Sindacali dei Lavoratori di settore, che hanno richiesto l'attivazione di un tavolo di confronto presso il Ministero della Funzione Pubblica allo scopo di definire eventuali integrazioni e modifiche al D.P.C.M. del 14 dicembre 2000, n. 446, di individuazione delle procedure di mobilità del personale da trasferire agli enti locali, al fine di tutelare pienamente le professionalità del personale stesso e l'efficienza del servizio.
Inoltre, l'Osservatorio nazionale paritetico sul decentramento - costituito a seguito della sottoscrizione di un protocollo d'intesa con le Organizzazioni sindacali - si è riunito varie volte per tentare di risolvere le complesse questioni.
L'esecutivo, consapevole delle preoccupazioni e del dissenso alla mobilità manifestati dal personale, assicura che saranno valutati con attenzione e con la dovuta cautela. coinvolgendo le parti sociali, tutti gli aspetti e i riflessi connessi alla problematica.






RIUNIONE ALLA DIREZIONE CENTRALE DEL 23/07/2002:

Nella giornata del 23/07/2002, presso la direzione centrale per l'ennessima volta si è arenata l'imbarcazione a bordo della quale ci sono i LTD.
Ma ciò non vuol dire che la barca, quando tornerà la marea, non riprenda la sua navigazione; molto probabilmente la bonaccia d'estate ha influito, e se, magari il vento nelle vele non basterà avremo la capacità di effettuare una rapida strambata.

Egregi colleghi,
a questo punto del viaggio, con l'estate calda nel suo pieno svolgimento, ad un passo dal blocco feriale d'agosto, è necessario incamminarsi, seriamente, nella nostra coscienza, rivisitando tutte quelle cose che abbiamo sbagliato ed anche quelle fatte bene, al fine di tornare a settembre ritemprati, per affrontare il caldo autunno che ci aspetta.
Dunque mi raccomando di tornare ritemprati e sopratutto armati di buoni propositi, perché si tratterà di vendere cara la pelle.
Infatti, anche le cose più ovvie e lampanti, spesso sono di difficile raggiungimento e inoltre chi pensa che comunque le cose andranno come devono andare, anche se non si muove un dito, beh quello ha già perso in partenza.........

Ribadendo il mio impegno, nell'abito dell'organizzazione sindacale UIL PA Agenzia del Territorio, nel tutelare in tutte le sedi e con tutta la mia forza le aspettative di stabilizzazione ed i nostri diritti di lavoratori del Territorio - anche se a Tempo Determinato, vi invito ad essere compatti tra voi e con il sottoscritto, al fine di non far risultare, la voce mia e la vostra, una voce persa nel vento.

E' necessario comunque che, nello stesso tempo, sia tenuta in debito conto la necessità di far conseguire all’Agenzia gli obiettivi ad essa assegnati, cui è legata l’incentivazione del personale, ma sopratutto la nostra vita con una "ulteriore" ma vitale proroga.

Dalla riunione è emerso che l'arretrato è ancora molto e per questo hanno sicuramente hanno ancora bisogno di noi, ma ciò non significa di poterci cullare negli allori, infatti nella seduta si è esaminato un piano di incentivazione, CABI, “Costituzione dell’Anagrafe dei Beni Immobiliari” che riguarda:
• Recupero Arretrato
• Informatizzazione documenti
• Allineamento in banca dati.

In questo piano verrà impiegato tutto il personale, compresi noi LTD, e sarà attuato attraverso un incremento di produzione.
Dunque qualcosa di molto pericoloso se non sarà controllato e sopratutto se sarà svolto in modo dissennato così come gli altri.

Su questo è necessario individuare un protocollo comportamentale, al fine di non determinare analoghe situazioni di anarchia, come quelle che si verificarono col progetto straordinario di recupero dell'anno scorso.
Si continuerà a discutere del CABI il 31/07/02.







il sito della camera dei deputati
Un'importante direttiva del Ministro della Funzione Pubblica Franco Frattini che potrebbe essere interessante, in vista della verifia delle risorse umane dell'agenzia del territorio, per la redazione della pianta organica della stessa.
Sarebbe opportuno che i vertici dell'agenzia del territorio formulassero un preciso parere, nel merito della questione stabilizzazione LL.T.D. ex L.S.U. nella stessa agenzia, alla Funzione Pubblica.








Direttiva sul raccordo tra le finalità dell'art. 19 della legge 28 dicembre 2001, n.448, in tema di assunzioni di personale in pubbliche amministrazioni, e finalità della normativa sui contratti di formazione e lavoro.


Sono pervenuti, al Dipartimento della Funzione pubblica, numerosi quesiti relativi al raccordo tra l'art.19 della legge 28 dicembre 2001, n.448, concernente il divieto di assunzione di personale a tempo indeterminato per l'anno 2002 nelle pubbliche amministrazioni ivi menzionate, e la normativa generale in tema di contratti di formazione e lavoro, prevista dall'art.3 del d.l. n.726/1984, convertito dalla l. 19 dicembre 1984, n.863, e ora applicabile anche nelle pubbliche amministrazioni ai sensi e con le modalità di cui all'art. 36 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 e dei contratti collettivi conseguenti.
In particolare, sono stati posti quesiti sul come raccordare, con il regime di blocco delle assunzioni previsto dall'art.19 della citata legge n. 448, lo spirito di favore che la legislazione sui rapporti di formazione e lavoro manifesta verso la stabilizzazione di tali rapporti mediante loro conversione in rapporti di lavoro a tempo indeterminato al termine del periodo formativo o nei dodici mesi immediatamente successivi.
La disciplina sui contratti di formazione e lavoro prevede, per quanto qui specificamente interessa, che i lavoratori che abbiano svolto attività di formazione e lavoro possono essere assunti a tempo indeterminato, con richiesta nominativa, entro dodici mesi dalla cessazione del rapporto per l'espletamento di attività corrispondenti alla formazione conseguita. La disposizione consente, perciò, al datore di lavoro pubblico, di utilizzare le risorse già formate senza dover attivare ulteriori procedure concorsuali pubbliche per la copertura di posti a tempo indeterminato, sul presupposto che tali procedure sono già state svolte precedentemente alla stipulazione dei contratti di formazione e ferma restando Œ naturalmente Œ la necessità di rispettare le norme in tema di programmazione delle assunzioni di cui all'art. 39 della legge n. 449 del 1997.
Questa normativa manifesta, perciò, un indubbio favor per la stabilizzazione del rapporto, ovvero per la sua trasformazione da rapporto temporaneo con finalità mista di formazione e lavoro in rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Sennonché, la realizzazione di questa finalità legislativa risulterebbe apparentemente preclusa Œ nell'anno 2002 - dal blocco delle assunzioni a tempo indeterminato di cui all'art. 19 della legge n. 448 già citata, quanto meno per i rapporti di formazione e lavoro conclusi nei dodici mesi antecedenti al 1° gennaio 2002 o che in tale anno giungano a conclusione. Inoltre, dall'impossibilità di riassunzione a tempo indeterminato entro il termine di dodici mesi dalla conclusione del periodo di formazione-lavoro deriverebbe la necessità, per l'amministrazione, di rinnovare completamente, in seguito, in relazione ad eventuali nuove assunzioni per lo stesso tipo di professionalità, le procedure concorsuali pubbliche, con rinuncia al vantaggio di utilizzare le risorse già specificamente preparate durante il periodo di formazione e lavoro.
In definitiva, il raffronto tra la disciplina relativa ai contratti di formazione e lavoro e la normativa più volte citata sul blocco delle assunzioni nel 2002 mostra l'esigenza di individuare meccanismi ottimali di raccordo tra le finalità di contenimento della spesa sottese all'art.19 della legge finanziaria e le funzioni tipiche del contratto di formazione e lavoro, quali sono la facilitazione all'inserimento lavorativo dei giovani mediante una loro concreta formazione professionale "sul campo" e, specialmente per le professionalità più elevate, la preparazione specialistica di risorse umane destinate potenzialmente ad essere riassunte in forma stabile, nella stessa organizzazione presso la quale si è svolta l'esperienza mista formativo-professionale, attraverso meccanismi di scelta semplificati.
Un'altra esigenza di raccordo tra la normativa generale sui contratti di formazione e lavoro e il divieto di assunzione a tempo indeterminato contenuto nell'art.19 della legge finanziaria si pone con riguardo alla previsione dell'art.8, comma 6, della l. n.407/1990, come modificato dall'art.16, comma 11, del d.l. n.299/1994, convertito dalla l. 19 luglio 1994, n.451.
Tale ultima disposizione subordina la possibilità, per il datore di lavoro, di stipulare nuovi contratti di formazione e lavoro al fatto che esso abbia mantenuto in servizio - mediante conversione del rapporto di formazione-lavoro in rapporto di lavoro a tempo indeterminato - almeno il 60% dei lavoratori il cui contratto di formazione-lavoro sia venuto a scadere nei 24 mesi precedenti. La ratio della norma, che peraltro ha subito specifiche deroghe in relazione ad alcuni enti, è evidentemente quella di incentivare la stabilizzazione del rapporto dei lavoratori formati, evitando che il datore di lavoro privilegi l'avvio di nuovi rapporti temporanei di formazione-lavoro rispetto alla conversione a tempo indeterminato dei rapporti già conclusi.
Anche sotto questo profilo il blocco delle assunzioni a tempo indeterminato stabilito, per il 2002, dall'art.19 della legge n. 448 citata sembrerebbe determinare un oggettivo limite al conseguimento delle finalità della legislazione sulla formazione-lavoro. Non potendo convertire i rapporti di formazione-lavoro in rapporti di lavoro a tempo indeterminato, le amministrazioni pubbliche potrebbero venirsi a trovare al di sotto della soglia del 60 % di stabilizzazioni nel biennio prima detta e, di conseguenza, nella impossibilità anche di sottoscrivere nuovi contratti di formazione-lavoro per gli anni 2003 e 2004. Tale effetto, tuttavia, non sarebbe addebitabile a scelte organizzativo-gestionali dell'amministrazione-datore di lavoro, ma deriverebbe da un vincolo normativo posto dalla legge n. 448.
In realtà, l'apparente tensione tra finalità della normativa sui contratti di formazione-lavoro e finalità della normativa sul blocco, nel 2002, delle assunzioni a tempo indeterminato in una serie di pubbliche amministrazioni può essere risolta in via interpretativa, attraverso una rilettura sistematica delle norme e delle loro finalità. E in tal senso si muove la presente direttiva, predisposta d'intesa con il Ministero dell'economia e delle finanze.
La chiave interpretativa sta nel considerare il carattere e le finalità temporanei Œ ossia limitati all'anno 2002 - del blocco delle assunzioni a tempo indeterminato stabilito dall'art. 19 della legge n. 448 del 2001. Tale temporaneità di scopo legislativo consente di ritenere che effetto implicito della stessa norma sia anche il temporaneo congelamento o sospensione di altri meccanismi normativi collegati al decorso del tempo, quali appunto quelli sopra menzionati della legislazione sulla formazione-lavoro.
In altri termini, appare corretto e conseguente ritenere che l'art. 19 della legge n.448/2001 determini parallelamente la sospensione, per l'anno 2002: a) sia del potere di assunzione a tempo indeterminato delle amministrazioni interessate; b) sia del decorso del termine di dodici mesi per l'assunzione nominativa a tempo indeterminato del lavoratore il cui contratto di formazione sia scaduto in tale periodo o nell'anno precedente; c) sia, ancora, del termine di ventiquattro mesi previsto come arco di tempo di riferimento rispetto al quale calcolare la quota del 60 % di conversioni di rapporti di formazione-lavoro precedenti che costituisce condizione legittimante la stipula di nuovi contratti di formazione-lavoro. In tutti questi casi, poteri e termini rimasti congelati sono destinati a riattivarsi a partire dal 1° gennaio 2003.
Resta, da ultimo, la questione delle esigenze di funzionamento delle amministrazioni che si avvalgono, in misura rilevante, di personale con rapporto di formazione-lavoro. Tali amministrazioni possono venirsi a trovare, nel 2002, nella impossibilità di coprire mansioni già affidate a personale il cui contratto di formazione-lavoro sia scaduto e che non può né essere assunto a tempo indeterminato, né, in ipotesi (per il mancato raggiungimento della sopra detta quota del 60 % di stabilizzazioni nel biennio precedente) essere sostituito con nuovi dipendenti assunti con contratto di formazione-lavoro.
Anche in questo caso, il problema appare risolvibile richiamando il carattere temporaneo degli scopi e degli effetti del blocco delle assunzioni di cui all'art. 19 della legge n. 488. Appare, infatti, corretto e conseguente ammettere Œ nella logica di ricercare la coerenza complessiva della volontà legislativa attraverso una lettura sistematica delle diverse norme e delle loro finalità Œ che, per il solo anno 2002, nella impossibilità di convertire i rapporti di formazione-lavoro in rapporti di lavoro a tempo indeterminato, i medesimi rapporti di formazione-lavoro possano essere seguiti da contratti di lavoro a termine di durata non eccedente il 31 dicembre 2002, data ultima del blocco delle assunzioni.
Altrimenti detto, le pubbliche amministrazioni interessate dal blocco delle assunzioni appaiono legittimate, nel 2002, ad avviare procedure di assunzione a termine - in osservanza e secondo i presupposti del d.lgs. 6 settembre 2001, n.368, e della disciplina eventualmente contenuta nei contratti collettivi Œ per quei lavoratori il cui contratto di formazione-lavoro si sia concluso nel 2002. Tali contratti di lavoro a termine, naturalmente, non potranno eccedere la data del 31 dicembre 2002, decorsa la quale riprenderà piena operatività la facoltà delle stesse amministrazioni di convertire - in base all'art.3, comma 12, del d.l. n.726/1984 Œ i contratti di formazione-lavoro scaduti nel 2002 in rapporti di lavoro a tempo indeterminato.
Le indicazioni di questa direttiva sono rivolte alle amministrazioni elencate nell'art.19 della l. n.448/2001 se ed in quanto soggette al divieto di assunzione a tempo indeterminato, secondo i presupposti ivi specificati e sulla base delle indicazioni fornite con circolare, vedi quì, del Ministro dell'interno 4 marzo 2002, n.1/2002.
Scarica il documento della direttiva in formato pdf, clicca quì.





Cordiali saluti

Federico RIGHI


Primo Piano:

L
a discussione della risoluzione Pistone 7- 00110, sarà continuata probabilmente a settembre 2002, si invitano tutti i colleghi a chiamare, faxare o inviare e-mail a tutti i parlamentari sulla questione, e sopratutto a quelli impegnati in tale discussione.
Cliccando sulle foto degli Onorevoli è possibile raggiungere la loro scheda relativa sul sito della Camera dei Deputati, dove è possibile inviare e-mail.

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