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sabato 28 giugno 2003


Un grande sciopero, ma la stabilizzazione?

Ringrazio tutti i colleghi, tantissimi, intervenuti a Roma, in occasione dello sciopero nazionale per il rinnovo dei contratti, ma anche contro le politiche del Governo di federalismo e tagli.
Abbiamo maturato un solo pensiero: probabilmente il Governo prenderà atto della volontà dei centomila della piazza, ed emanerà la direttiva per l'apertura del confronto sul rinnovo dei contratti di lavoro per i comparti che scioperavano.
Ma per i miseri e dimenticati lavoratori precari del catasto?
Io ho un triste presentimento!











Presentimenti e qualcosa di più:

Colleghe carissime ed altrettanto carissimi colleghi,
molti di voi leggono puntualmente questo aggiornamento telematico che oramai pubblico sin dalla fine del 1998, a puro titolo gratuito, e con il solo fine di portare a tutti, quella importante parte della libertà, che è costituita dall'informazione e che purtroppo manca tantissimo nei nostri uffici.
Un'informazione sempre trasparente, mai di parte e mai interessata: i fatti nudi e crudi delle nostre realtà, esposti, a volte con dei commenti, ma che davano comunque sempre la dimensione della realtà in cui viviamo. Ed è inutile tornare a sottolineare la situazione di totale illegalità e di abuso a cui siamo sottosposti, giornaliermente, nei nostri uffici. Situazione più volte denunciata, anche alle OO.SS., e della quale tutti sono a conoscenza. Quando accadrà qualcosa di irreparabile, allora nessuno potrà dire io non sapevo!
Abbiamo più volte denunciato situazioni di discriminazione, anche in base all'importante documento, più volte pubblicato su queste pagine, della unione europea, nel quale si traccia la sottile linea che divide due tipologie di lavoratori, accomunate da uno stesso contratto: ovvero il tempo di durata del contratto. Questo perché diritti e doveri sono uguali, sennò ci sarebbe veramente discriminazione tra i lavoratori nello stesso contratto; una cosa assurda!
Ma non voglio continuare a tediarvi con queste informazioni che tutti voi avete in quanto situazioni che subite direttamente, voglio solo raccontarvi dell'amarezza che ho nel giungere ad una brutta quanto amara conclusione.
Purtroppo i 1.573 LL.T.D. dell'agenzia del territorio non hanno nessun futuro per diversi motivi, tra cui l'incertezza sul futuro dell'agenzia del territorio.
Agenzia che per i suoi vertici va trasformata in ente pubblico economico; questa posizione si ha mentre a livello di Parlamento la sinistra tende al decentramento del catasto ai comuni e con il presidente dell'ANCI (De Dominici), che è dei DS, spinge per un'accelerazione dello stesso decentramento; contestualmente c'é la "devolution", il federalismo della lega, che vuole dare anch'essa il catasto, ed ogni cosa, ai comuni. Restano AN ed UDC che sono più fermi su posizioni conservatrici che lascerebbero le cose così come stanno.
In tutto ciò le OO.SS. sono schierate in parte, e in modo frammentato anche nella stessa organizzazione, a causa di diversi interessi interni, che esistono ai vari livelli.
Tutto questo è condito dal fatto che l'Agenzia ritiene completato il recupero dell'arretrato entro il 31.12.2003; dunque per noi non si intravede nemmeno una misera proroghetta!
A suffragio di ciò chiedete se qualcuno ha qualche documento VERO che dimostri il contrario, io credo che avrete in risposta solo pensieri, valutazioni e supposizioni!
In questo grande anzi grandissimo scontro si rompono solo gli ingranaggi più deboli, ovvero noi poveri lavoratori precari del catasto, e se ci rompiamo, nessuno paga i cocci, ne sono la riprova le molte vittime dell'agenzia, che morte prematuramente hanno lasciato moglie e figli ai quali non è andato null'altro che la solidarietà dei colleghi!


A I U T O

Faccio appello a tutti i capi popolo, ai pseudo rappresentanti sindacali, eretti a tale incarico, dopo la caduta del coordinamento o comunque dopo l'accantonamento dello stesso; ragazzi vi state, anzi ci stiamo assumendo una responsabilità, che non ci compete e domani dovremo dare spiegazione ai colleghi ed alle famiglie degli stessi del perché siamo stati così ciechi. Vi invito a mettere da parte le vostre velleità personali, il vostro essere bastian contrari e il voler comunque emergere ed essere leader di una banda di disperati, quali siamo noi.
Io invito tutti i precari come me a riflettere, a farsi un esame della coscienza ed a valutare se non sia il caso di passare TUTTI all'azione, partecipando tutti, in modo compatto e coeso all'unica nostra finalità la stabilizzazione.
Io non posso fare altro che appellarmi alla vostra volontà di stabilizzazione ed alla necessità di fare qualcosa, prima che venga definitivamente approvato il documento di programmazione economica del paese, per questo resto quì, ed aspetto vostre lettere, documenti ed iniziative a suggello di questo ravvedimento.
Aspetterò sino al quindici di luglio 2003, dopodiché chiuderò il sito e non mi occuperò più della nostra questione, con grande dispiacere per il nostro e mio personale fallimento.
Con grande dispiacere vi porgo il mio personale saluto.

Federico RIGHI


Primo Piano
31 dicembre 2003
tutti a casa!

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