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mercoledì 6 marzo 2002


Così scrivevamo il 21 gennaio 2000....

..... Si è cominciato ad intravedere un fievole bagliore di luce dall’altra parte del tunnel in cui transitano i LSU ed in particolare questo lo hanno cominciato a vedere i LSU impiegati presso gli uffici catastali degli Uffici Provinciali del Territorio (catasto).
E' fondamentale non sottovalutare il problema per il futuro prossimo, il dopo 30 aprile 2000.
Nella legge, di prossima uscita, per il riordino degli ammortizzatori sociali e quindi per il futuro dei LSU/LPU, si parlerà ancora di proroga dei progetti LSU, ma tale proroga sarà subordinata all’esistenza di un reale quanto concreto progetto di stabilizzazione di quei LSU da parte dell’amministrazione che gestisce i loro progetti......




Un progetto, al momento, INESISTENTE!
Purtroppo questi sono i fatti di oggi.
Mentre da una parte si parla di una imminente proroga, dall'altra non si è ancora deciso se stabilizzarci o meno.
Mi pongo degli interrogativi, anche io come tutti voi, a questo punto del percorso della nostra vita e della nostra lunga esperienza di catasto: siamo quasi a quattro anni.
Mi chiedo, ultimamente, con più frequenza: che faccio continuo o mi guardo intorno in cerca di qualcos'altro?
Ancora oggi mi imbatto in colleghi che si domandano se ci sono abbastanza vuoti in organico, affinché sia garantita la nostra stabilizzazione, o in altri che si chiedono, ancora, se è opportuno e necessario cercare di entrare nei reparti per dimostrare la nostra indispensabilità e dunque spianarci la strada ad una stabilizzazione.
La risposta è solo nel tempo: noi abbiamo già dato e pagato caro e amaro ogni centesimo ed ogni lira che l'amministrazione finanziaria dello Stato ci ha dato sino ad oggi.
Abbiamo fatto più di quanto, nelle più rosee delle previsioni, si sarebbero aspettati.
Siamo stati letteralmente sfruttati e si continua a farlo oggi.
Questo posto di lavoro è oramai un nostro diritto sacrosanto.
Nessuno mai potrà trovare una giustificazione del contrario, non esiste esubero che tenga o arretrato che finisca; accada quel che accada, tutti devono mettersi bene in testa che questo posto nell'agenzia del territorio è nostro e guai a chi ce lo tocca!
Non passa un giorno senza che mi telefoni, o mi scriva, un collega vessato o minacciato.
L'amministrazione centrale, e gli uffici periferici, ogni giorno si inventano qualche nuovo sistema per meglio sfruttare questa forza lavoro: questa forza da soma, direi io, a questo punto.
Non passa giorno che questo o quell'altro dirigente voglia mandarti ora in questo, ora in quel reparto a tappare qualche buco, a rimpiazzare qualche intoccabile a consentirgli di raggiungere i propri obiettivi.
Cari colleghi, cari dirigenti, centrali e non, così non va!
Noi siamo degli esseri viventi non dei pacchetti da spostare ora quì e dopo li a proprio piacimento.
La questione Biella e Verbania, di cui tanto abbiamo parlato nell'aggiornamento del primo febbraio 2002, non si è esaurita, ma ha segnato un ulteriore capitolo: infatti con una nota della Direzione Compartimentale del Piemonte, indirizzata ai colleghi a contratto dell'agenzia del territorio di Novara, si chiedeva la loro disponibilità a trasferirsi in quelle sedi.
Vorrei capire qualè la logica di queste azioni; evidentemente o seguono un fine di interesse esclusivo, un disegno che vede i L.T.D. come: a Napoli si dice: " e pezze a colore" jolly da poter utilizzare indiscriminatamente quando e come pare ai signori romani, oppure sono totalmente sconclusionati nelle loro azioni. Non capisco come si fa una richiesta di personale, a questa rispondono anche dei lavoratori a tempo; ad alcuni di questi si dice non potete andare perché siete a tempo, ad altri, sempre a tempo gli si dice potete andare e poi a tre giorni dalla partenza, gli si dice: guardate ci siamo sbagliati e poi dopo tutte queste "jacovelle" ancora si chiede a dei lavoratori a tempo se vogliono andare a Biella e Verbania.....
Bravi i colleghi di Novara che hanno tutti, unanimamente risposto negativamente.
Ma la storia non si esaurisce quì; perché in sordina, senza fare scalpori, 6 colleghi a contratto dell'ufficio di Catanzaro, sono stati distaccati all'ufficio dell'agenzia, di nuova attivazione, di Vibo Valentia..........

E quì mi rifiuto di commentare.
Siamo stati sempre sfruttati e continueranno a farlo finché non ci sarà giustizia!
La prova di tutto ciò è nell'articolo scritto da Paola Fichera e pubblicato il 01/03/2002, a pagina 10, de La Nazione di Firenze.
Tre funzionari del Catasto a giudizio. Si facevano pagare per il lavoro di altri

Ogni registrazione una decina di mila lire. Tante registrazioni qualche milione. Cifre non altissime, che comunque sarebbero state intascate per un lavoro non svolto, ma rifilato a lavoratori socialmente utili assunti a tempo determinato per svolgere compiti diversi. Così tre funzionari dell'ufficio Catasto di Firenze si sono ritrovati ieri rinviati a giudizio per truffa aggravata nei confronti dello Stato.
E' successo che i lavoratori socialmente utili hanno sospettato la beffa e hanno denunciato i colleghi 'anziani' che si facevano pagare per il loro lavoro.
La vicenda risale al 1999 quando una decina di lavoratori socialmente utili vengono assunti al Catasto a tempo determinato per effettuare alcune rilevazioni prevalentemente esterne.
I dati raccolti devono poi confluire nell'archivio elettronico dell'ufficio statale. Ma per questa funzione il computer prevede l'utilizzo di una password e lo Stato ritiene che debba essere svolta solo dai quattro funzionari abilitati.
Per ogni registrazione, del resto, è prevista una piccola indennità, più o meno una decina di mila lire che viene regolarmente corrisposta ad ogni funzionario. Le registrazioni da inserire, però, sono parecchie così gli impiegati avrebbero 'girato' la loro password di accesso ai lavoratori socialmente utili incaricandoli di inserire i dati. In questo modo lo stipendio dei quattro impiegati sarebbe lievitato mentre i lavoratori socialmente utili avrebbero svolto un lavoro per il quale non erano abilitati e per il quale, quindi, non sarebbero mai stati pagati.
«E' la prassi» si difendono i funzionari che, comunque, assicurano di aver comunque eseguito il controllo loro richiesto su ogni registrazione effettuata. Una giustificazione che non ha convinto nè il pubblico ministero titolare dell'inchiesta, Giulio Monferini, nè il giudice per le indagini preliminari Silvio De Luca che ieri ha accolto la richiesta del pm e ha rinviato a giudizio tre dei quattro funzionari coinvolti (uno nel frattempo è morto).
La prima udienza del processo è stata fissata per il 13 febbraio del 2003.
La truffa ammonterebbe complessivamente ad alcuni milioni di lire, anche se non ugualmente suddivisi fra i tre funzionari, ma il rinvio a giudizio ribadisce un principio spesso dimenticato nei luoghi di lavoro. I lavoratori socialmente utili assunti a tempo determinato non possono essere sfruttati, per il solo fatto di essere dei disoccupati.



Della questione già ci eravamo interessati nell'aggiornamento del 07/12/1999, riportando un'articolo di Amadore Agostini, apparso sulla Nazione; che riportiamo quì di seguito per comodità del lettore:

Ecco cosa accade a voler forzare la mano, è successo quello che non doveva succedere, le tensioni che si creano tra dipendenti dei catasti e tecnici LSU cominciano a fare crepe. E' proprio il precariato che incentiva simili casi, purtroppo i LSU sono sempre meno tutelati e sempre più spesso vittime del condizionamento e dello sfruttamento altrui. Vuoi tu perchè hanno creduto a qualche promessa oppure per semplice quieto vivere in un'ambiente che è sempre stato ostile sin dall'inizio, in un ambiente che, sè ha goduto momenti di calma "relativa" è stato solo per non bellicosa convenienza.
Ma all'occorrenza eccoti il ben servito; ma come dicevo ieri la pazienza ha un limite ed i colleghi di Firenze stanchi di essere sfruttati hanno reagito.
Ecco come titola il quotidiano la Nazione di Firenze:


Lavoravano altri, predevano i soldi degli incentivi loro.

Così tre impiegati dell'Ufficio del Territorio, ex Catasto, sono stati scoperti dal servizio ispettivo interno.
L'inchiesta è stata richiesta dal direttore Paolo Ceccherini.
Parallelamente un esposto firmato da tredici lavoratori socialmente utili è stato presentato alla
Procura della Repubblica.

Catasto: tre impiegati "rubavano lavoro"

L'indagine interna ha appurato che alcuni impiegati si sono appropriati di lavoro fatto dai dipendenti a contratto a termine. Come? Hanno archiaviato l'aggiornamento di pratiche nel cervellone del catasto utilizzando le password d'accesso in loro possesso. Hanno certificato quindi che quell'attività era stata svolta da loro e non dai lavoratori precari. Cos“ avrebbero potuto beneficiare degli incentivi messi a disposizione dal Ministero delle Finanze, la cui prima tranche è stata di circa 150 milioni. Gli incentivi sono stati consegnati prima che scoppiasse il caso. Per tre di loro la busta paga sarà presto più leggera: con un conguaglio dovranno rendere quanto gli è stato dato ingiustamente.
Intanto le code davanti all'Ufficio di via dell'Agnolo sono sempre pi* lunghe: ormai l'attesa inzia fin dalla notte.
Qualcuno pensava che fosse solo una leggenda metropolitana. Si sentiva parlare di bolgia infernale, di girone dantesco in riferimento alla situazione in cui versa l'ufficio del Catasto di via dell'Agnolo.
E che succederà mai di così tremendo?
Sarà un po' come la maggior parte delle cose fatte e decise all'italiana. Un po' di coda, qualcuno che borbotta, altri che bestemmiano, qualche pratica rosicchiata dai topi, documenti che si perdono, insomma una emergemza istituzionalizzata, ma poi tutto finisce “Bene non è esattamente così“.
Ieri mattina il cronista, per verificare di persona, ha pensato di mettersi in coda regolarmente a un'orario abbastanza civile, le sette del mattino, aspettando l'apertura del portone fissata per le otto e mezzo. Le sette? A quell'ora le speranze di arrivare a uno dei due accessi per il mitico docfa, che sembra una parolaccia invece deve essere la soluzione informatizzata di tutti i mali dell'ufficio erano già ridotte al lumicino.
Quì si viene di notte a prendere il posto ci racconta Tiziano, un veterano di queste battaglie io sono arrivato alle 5 e mezzo e ho potuto agguantare solo la diciottesima posizione, adesso dovrò passare la mattinata qui e incrociare le dita.
In testa a tutti, sulla lista improvvisata, un foglio doppio affisso alla facciata esterna del portone, c'è il signor Aloisio. Cerchiamo di conoscerlo questo primatista così invidiato. Al momento è appisolato in macchina, ma dormicchia con un occhio solo per controllare che nessuno strappi quel benedetto elenco semiclandestino, unico passaporto verso il tanto agognato documento che manca per chiudere la pratica edilizia. Ma a che ora è arrivato il recordman del giorno? Verso le tre con altre 4 o 5 persone. Qualcuno ci ha detto però che verso le due di notte c'era già un'altra lista strizzata con altri 21 nomi, ma noi non l'abbiamo vista. Il numerino come alla Coop? Macchè, mai visto nulla di simile, magari poi qualcuno si fregherebbe il tutto, contenitore compreso. Una chicca dal sapore tutto partenopeo: ci sarebbero, mescolati tra i vari professionisti in attesa, anche i prestalista, per lo più ragazzotti che, dietro compenso, firmano il foglio e si mettono in coda di notte per tenere ben saldo il posto ad altri. In guerra come in amore tutto diventa lecito. E questa è davvero una guerra. Per avere definita una volta per tutte una rendita catastale, una voltura, un passaggio di proprietà, un cambio di volumetria. Per non finire nella famigerata stanza 42 a cercare fascicoli tra quella montagna polverosa di carte, c'è gente disposta a svenarsi in pubblico. Papò Renato ieri mattina si è alzato alle cinque e da Borgo San Lorenzo si è precipitato in via dell'Agnolo a fare la coda e non ce la farà è il 55 in graduatoria al posto di un figliolo ormai esaurito dalla snervante attesa del giorno precedente per poi sentirsi dire che il sistema eletrronico, quello nuovo, era in tilt. E se l'altro giorno il sistema era in coma, ieri non stava neppure un po' meglio tanto * vero che il personale aveva riesumato e rimesso in funzione quello vecchio, per non rimandare a casa gente dal volto spiegazzato da una notte in strada. E che magari dopo due notti spese invano non sarebbe stata proprio conciliante Marisa è serena: sa che questa volta, a conti fatti, ce la farà ad arrivare a quel benedetto docfa e poi spiega è anche una occasione per socializzare, per fare amicizia. E' giovane e sorridente, ma altri non sembrano così benevoli. Un altro mistero da svelare: ma cosè questo Docfa? Domanda da profani, ok d'accordo. Una invenzione della Sogei, spiegano quasi tutti in coro,
per avere subito la rendita catastale avendo alcuni dati essenziali. E' un procedimento che doveva servire a sanare le situazioni pregresse, a recuperare un arretrato impressionante. Questo è il risultato. Ma potrebbe essere peggio. Peggio di così? Certo, potrebbe piovere.


Quanti L.S.U. si sono trovati, nei loro uffici, nelle stesse condizioni?


Siamo solidali con i colleghi dell'ufficio di Firenze, ed appoggeremo ogni loro iniziativa in merito.
Coraggio.......


Chiedo scusa a tutti i colleghi per il silenzio di questi giorni, ma è doveroso rassicurarvi e dirvi che le motivazioni di questo silenzio forzato sono da ricercarsi in un impegno, "full immersion" nella nostra causa.
Stiamo preparando qualcosa, che seppur ci ha impegnato tantissimo, quasi un mese, ci aspettiamo dia risultati concreti e positivi per tutti.
Vi anticipo che nella settimana prossima ci sarà la convocazione, da parte della Direzione, per discutere appunto della nostra proroga.





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