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venerdì 15 febbraio 2002


Revocato lo Sciopero.... Il I° Congresso UIL PA

AL TERMINE DI UNA LUNGA E COMPLESSA TRATTATIVA, LA SETTIMANA SCORSA E' STATA RAGGIUNTA UNA INTESA CON IL GOVERNO SULLA VERTENZA DEL PUBBLICO IMPIEGO, CHE AVEVA DETERMINATO LA PROCLAMAZIONE DELLO SCIOPERO DEL 15 FEBBRAIO.
LA FERMA DETERMINAZIONE DEI LAVORATORI E DEL SINDACATO HA CONSENTITO DI RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI CHE CI ERAVAMO POSTI, SIA SULLA PARTE NORMATIVA CHE SUI CONTENUTI ECONOMICI.
L'ATTIVAZIONE DI UN COMPLESSO E ARTICOLATO SISTEMA CONCERTATIVO E CONTRATTUALE SUI PROCESSI DI RIFORMA, PRIVATIZZAZIONI ED ESTERNALIZZAZIONI, SULLE QUALI COMUNQUE PERMANGONO LE NOSTRE OBIEZIONI E LA NOSTRA CONTRARIETA', CONSENTIRA' AL SINDACATO DI VIGILARE AFFINCHE' 1 PROVVEDIMENTI ATTUATIVI NON PENALIZZINO 1 LAVORATORI, METTENDO A RISCHIO 1 LIVELLI OCCUPAZIONALI E LE GARANZIE CONTRATTUALI.
LE RICADUTE SUI LAVORATORI IN TERMINI DI STABILITA' DEL POSTO DI LAVORO E DI MOBILITA' SARANNO COMUNQUE OGGETTO DI APPOSITI ACCORDI.
LA UIL-PA E' IMPEGNATA ORA A PRESSARE IL GOVERNO PERCHE' VENGANO ATTIVATI AL PIU' PRESTO GLI STRUMENTI DI CONCERTAZIONE E CONTRATTAZIONE INDIVIDUATI NEL PROTOCOLLO DI INTESA, PER VERIFICARE LA PUNTUALE ATTUAZIONE DEGLI IMPEGNI ASSUNTI DAL GOVERNO
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Con questo sopra riportato, il segretario generale della UIL PA ha annunciato il rientro dello sciopero generale previsto per oggi 15 febbraio 2002. Uno sciopero inutile, a questo punto, infatti la UIL tutta è soddisfatta di quanto ottenuto in merito ai recuperi sull'inflazione reale e programmata, che porteranno, a partire dal primo gennaio 2002, nelle buste paga dei lavoratori del pubblico impiego, noi compresi, aumenti di circa 100 euro lordi.
Man mano che verranno rinnovati i vari contratti di comparto, i lavoratori riceveranno quanto verrà contrattato direttamente in busta paga, con tutti gli arretrati, a partire proprio dal gennaio 2002.

Sul fronte dell'articolo 18, riteniamo giusta la posizione della UIL, che non vuole strumentalizzare la protesta dei lavoratori, per un motivo puramente politico, e rimanda la protesta in altri momenti.
Il segretario nazionale Angeletti è stato chiaro: non è necessario far sacrificare il lavoratore, portandolo in piazza e costringendolo a perdere 100.000 lire dallo stipendio; ma è necessario far capire al Governo che in caso di manovra legislativa per la modifica dell'art. 18, la UIL sarà pronta ad indire un referendum popolare per l'abrogazione della modica dell'art. 18.
In questo caso, se il Governo dovesse uscirne sconfitto da un referendum popolare, sarebbe chiara ed inequivocabile la deleggittimazione dello stesso esecutivo, con la relativa caduta dell'intera maggioranza.





Quì di seguito si riporta uno stralcio del discorso che ha tenuto al l° Congresso della UIL PA, il Segretario Generale della UIL PA Salvatore BOSCO; la parte è stata stralciata perché ci riguarda più da vicino.

.......... Anche il settore dei parastato non risulta essere risparmiato dal progetto governativo di privatizzazione. Va detto comunque che, al momento, sembrano essere fatti salvi gli enti che gestiscono la previdenza e l'assistenza. Per questi ultimi si prevede, comunque, una profonda riorganizzazione e una notevole riduzione di funzioni e di ruoli, anche attraverso la fusione per incorporazione.
In sostanza, alla conclusione dei riordino l'obiettivo sarà quello di avere un solo ente per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali e due enti pensionistici separati: uno per le funzioni previdenziali in favore dei pubblici dipendenti ed uno per i lavoratori dei privato.
Per tutti gli altri enti è ipotizzata la trasformazione in società per azioni o associazioni di diritto privato. Un progetto di privatizzazione che investe realtà come l'ICE, l'ENAC, l'ACI o la CRI, ponendoci fuori dalle logiche perseguite dai maggiori paesi industrializzati.
Siamo di fronte ad un progetto senza precedenti di privatizzazione dei servizi pubblici. Se prevarranno esclusivamente le leggi di mercato, non saranno garantiti i principi di equità sociale, solidarietà, pari dignità di accesso e di fruizione per tutti i cittadini.
Per noi questa visione è inaccettabile. Pur convinti che la pubblica amministrazione debba fare un salto di qualità per l'adeguamento dei servizi alle richieste dell'utenza e alle necessità della società attraverso gli opportuni investimenti, riteniamo che la privatizzazione sia un gravissimo ritorno indietro nella tutela dei diritti di tutti i cittadini.
Assoggettare i servizi essenziali della collettività, come ad esempio la sanità, la scuola, la sicurezza, la prevenzione, la previdenza e l'assistenza sociale, alla cultura dei profitto, significa escludere dai benefici i ceti meno abbienti e quanti non sono in grado di pagare gli aumenti dei prezzi che ne deriverebbero.
Certo, il sindacato ha creduto e crede nella necessità di rendere competitiva la pubblica amministrazione. Ma questo non si deve realizzare attraverso la trasformazione degli enti in società per azioni o la vendita dei servizi di maggiore rilevanza economi Provate a pensare per un attimo, solo per un attimo, a società per azioni delle quali le multinazionali, acquisite quote significative dei capitale, gestirebbero, in un'ottica di liberismo sfrenato, compiti che in tutti i principali paesi industrializzati sono gelosamente riservati allo stato o alle sue promanazioni dirette, le sole in grado di assicurare la tutela degli interessi nazionali.
Provate a pensare a quali tutele avrebbero le piccole imprese italiane, soprattutto quelle
(cliccando sull'immagine si ingrandisce) operanti nelle zone più squilibrate dal punto di vista economico o infrastrutturale, dall'affidamento ad una società per azioni dei compiti oggi attribuiti ad un ente pubblico non economico delegato ad assicurare la promozione dell'impresa e dei prodotti italiani a livello internazionale. Provate a pensare al patrimonio artistico e culturale dei nostro Paese, tra i più grandi e complessi dei pianeta, nelle mani di imprese dedite esclusivamente a speculazioni commerciali.
Noi siamo, invece, d'accordo con chi intende creare un modello di pubblica amministrazione che ponga l'efficacia e l'efficienza. quale obiettivo principe dei suo operare in una logica ovviamente, di tutela della collettività e non dell'utilità di questo o quel gruppo, di questa o quella famiglia, di questa o que112 azienda.
Occorre quindi portare avanti senza indecisioni un serio processo di riforma che deve contribuire all'ammodernamento della macchina pubblica.
L'efficienza dei servizi pubblici resta un obiettivo strategico da conseguire ad ogni costo, perché riteniamo insostituibile il ruolo della pubblica amministrazione come strumento di equità sociale, come risorsa dei paese, come mezzo di sviluppo della società.
E se qualcuno pensa di svendere pezzi dello stato per fare cassa o, peggio, per favorire esclusivamente l'impresa privata, bene, questo qualcuno troverà sempre la nostra ferma opposizione. Ed è anche per questo, per sensibilizzare l'opinione pubblica ed il Paese sul pericolo delle privatizzazioni, che il 14 dicembre scorso abbiamo effettuato lo sciopero generale dei pubblico impiego.
Uno sciopero culminato con una serie di manifestazioni che hanno visto la partecipazione massiccia delle lavoratrici e de lavoratori, come forse da anni non accadeva.
Quelle lavoratrici e quei lavoratori erano lì per testimoniare la loro totale, assoluta contrarietà alla svendita dei settore pubblico e alla precarizzazione delle condizioni di lavoro.
Ed è per questo che avevamo proclamato lo sciopero generale dei pubblico impiego per il 15 febbraio.
Avevamo altresì programmato un'imponente manifestazione unitaria:
• per esprimere la nostra assoluta e completa contrarietà allo smantellamento delle pubbliche amministrazioni,
• per difendere le conquiste sociali,
• per opporci all'inaccettabile modifica dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori,
• per chiedere il rinnovo dei contratti di lavoro,
• per contrastare il tentativo di ridurre gli spazi di contrattazione.
Di fronte alla prospettiva di una mobilitazione totale dei dipendenti pubblici, di fronte all'intensificarsi della protesta, il governo ha rinunciato alla prova di forza, ed ha riaperto il dialogo con il movimento sindacale.
Ne è scaturita una intesa a tutto campo che riguarda anche i processi di privatizzazione ed esternalizzazione dei servizi pubblici.
Su questi temi il governo, pur rivendicando la propria autonomia decisionale, ha ripristinato il metodo dei confronto, da tempo interrotto, ed ha concordato che le ricadute sul personale debbono essere oggetto di accordo tra le parti.
Questi risultati rappresentano un indubbio successo che premia l'azione di lotta dei movimento sindacale.
D'altronde, non ci può essere nessuna vera riforma della pubblica amministrazione senza la partecipazione, senza il coinvolgimento, senza il contributo attivo e fattivo dei lavoratori e di chi li rappresenta.
Nei mesi scorsi, invece, abbiamo assistito ad una crisi, a tutti i livelli, delle relazioni sindacali. Ne sono esempio i recenti interventi legislativi sulla pubblica amministrazione, elaborati senza il confronto con le parti sociali, che: riportavano sotto la disciplina della legge il trattamento giuridico ed economico di alcune categorie di personale e limitavano ambiti e competenze della contrattazione.
Ebbene, l'intesa dei 4 febbraio non solo ha riconosciuto in toto la validità della concertazione derivante dall'accordo de luglio 1993 ed il metodo dei confronto a tutti i livelli ma, soprattutto, ha riconosciuto la centralità della contrattazione nella disciplina dei rapporto di lavoro, con l'impegno dei governo ad evitare interventi di qualsiasi natura negli ambiti contrattuali........




La Proroga.

Come tutti voi sapete, in base al comma 24 dell'articolo 9 della legge finanziaria per il 2002, che riportiamo per comodità del lettore, "per il completamento del programma relativo alla costituzione dell’anagrafe dei beni immobiliari di cui all’articolo 78, comma 32, delle legge 23 dicembre 2000, n. 388, per l’anno 2002 è consentitala prosecuzione degli interventi previsti dalla citata disposizione.
Ai relativi oneri, pari a 41.316.552 euro per l’anno 2002, si provvede mediante quota parte delle maggiori entrate derivanti dall’attuazione del presente comma
"; siamo stati informati che la proroga del nostro Contratto, in fase di attuazione, sarà di mesi 12 e risulterà un prolungamento dell'attuale contratto, senza soluzione di continuità.
Dunque il lavoratore ha da aspettarsi solo la notifica di una comunicazione con la quale verrà informato del continuo del contratto sino al 30 aprile 2003, senza soluzione di continuità.

Si informa inoltre che, in seno al direttivo nazionale della UIL PA Agenzia del territorio, si stà studiando un percorso, facilmente praticabile, per la nostra definitiva stabilizzazione nei ruoli, a tempo indeterminato.

Confidiamo nella fiducia che ci avete accordato con le numerose iscrizioni alla UIL PA in campo nazionale; questo significa, per i numerosi iscritti una manifestazione di fiducia nell'azione che da anni portiamo avanti e che grazie a loro potremo portare avanti, sino al raggiungimento dell'obiettivo della stabilizazione, sempre con maggiore forza.
Continuate a darci il vostro consenso, iscrivetevi con chi è dalla vostra parte.
Un sincero abbraccio a tutti.



Federico Righi





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