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IL FINE DICITORE

Martedì 20 febbraio 2001


GLOBALIZZAZIONE UGUALE A “ZIROLONE”

a ciascuno il suo



Cominciamo con lo spiegare il concetto di globalizzazione, tanto di moda al giorno d’oggi.
Sarò breve:
fin dalla nascita dell’uomo, c’è sempre stata una classe dirigente che ha gestito i percorsi storici e innovativi del suo tempo.
Si può affermare, che se la classe dirigente era all’altezza della situazione, il progresso collettivo “progrediva” altrimenti “regrediva”.
Oggi la nostra classe dirigente ci dice che per svilupparci ulteriormente servono nuove idee e nuovi strumenti d’organizzazione industriale, il tutto poi si tradurrebbe in un piu’ felice benessere per tutta la popolazione mondiale, e una distribuzione più uniforme della ricchezza nei vari strati sociali.
Tutto ciò si chiama globalizzazione, e alla base di tale concetto c’è la “flessibilità lavorativa”.
Flessibile vuol dire “non fisso, sempre in movimento”, e si traduce ulteriormente in frasi del tipo “basta con il posto fisso”.
Ricapitoliamo:
- globalizzazione;
- flesssibilità;
- basta con il posto fisso,
- lavoro a tempo determinato
questi concetti, sono i capisaldi delle oratorie, che la classe dirigente propina alla nostra generazione. Il tutto vagliato e approvato da varie istituzioni, politica, sindacato, giornali, televisione, e non ultimo, l’onnipresente pensiero religioso.
Certo, da tutti questi eminenti filosofi, che fanno parte delle categorie sopracitate (classi dirigenti), dovremmo stare tranquilli e dormire tra due guanciali visto che stiamo parlando di persone super intelligenti, se non fosse altro per il fatto che, come la storia insegna, per essere intelligenti devono guardare sicuramente prima i loro interessi.
Ed io non mi fido di loro;
- perché io non sono intelligente;
- perché io non sono istruito;
- perché io non ho un lavoro;
- perché io non sono ricco;
- perché io non conosco nessuno;
- perché poi, alla fine, sono anche invidioso.
Devo riconoscere, comunque, alla nuova classe dirigente, che l’invenzione della flessibilità, è davvero geniale e allo stesso tempo froidiana.
Ci vorrebbero fare lavorare di piu’ dandoci di meno, non capendo, nella loro ottusità, che la loro ricchezza, e il loro potere, nasce e si genera dall’umile lavoro che NOI gli produciamo.
Ritorniamo al concetto di: “basta con il posto fisso”.
Io sono pronto a mettermi in discussione, cercando sempre nuove soluzioni e di conseguenza un nuovo lavoro. Ma la classe dirigente fa la stessa cosa?
Visto che al momento ci dicono che dobbiamo stringere la cinghia perchè il paese economicamente non se la passa bene, be è ora che anche loro cambino mestiere, datosi che la colpa è la loro. Quando la squadra perde, si cambia l’allenatore, non certo la squadra.
Andiamo per esempi pratici con dirigenti del momento.
Vediamo chi sono queste eminenti menti che ci stanno traghettando nel terzo millennio, e che saranno i nomi che faranno parte delle future enciclopedie economiche, ne tratteremo alcuni a caso:
- Gifuni (Segretario di Stato)
costui sarebbe il braccio destro del Presidente della Repubblica italiana, nonche’ Consigliere e Capo dei Diplomatici italiani nel mondo, e per questa grande responsabilita’ la collettivita’ gli da uno stipendio di 50 milioni al mese (milione piu’ milione meno), il bello e’ che il presidente cambia, ma lui no, rimane al suo posto, allora il suo e’ un posto fisso“, e lui parla di globalizzazione”, per inciso abita al Quirinale con tutta la famiglia, beato lui! è chiaro che parlo solo per invidia.
- Andreotti (Senatore a vita)
si ricorda che fu fatto Senatore a vita, dal suo acerrimo nemico di partito (dc) Cossiga, che si sdebitò nei suoi confronti, dopo che fu eletto Presidente della Repubblica con i voti dell’Andreotti stesso, nominandolo Senatore a vita. Cosi’ dopo sette anni di senatori a vita ce ne erano due, e cioè due posti fissi.
Il suddetto Andreotti non contento del suo contratto a tempo indeterminato si e’ rilanciato in politica dopo un breve periodo di stop forzato.
La cosa divertente e’ che costui ha 90 anni (anno più anno meno), ha conosciuto addirittura De Gasperi, se ne deduce che da 70 anni ha un posto fisso, “e lui parla di globalizzazione”, beato lui è chiaro che parlo solo per invidia.
- Berlusconi (Onorevole, Cavaliere, imprenditore, capo carismatico del centro destra)
questo è un caso limite, parla più di un pappagallo, ma guardandolo bene in fondo ci somiglia, se non fosse che, dato il peso, non potrebbe stare su un ramo.
Egocentrico, istrione, narcisista, ricchissimo, corporativista, plutocratico ecc… non si capisce ancora come non sia diventato papa della chiesa cattolica (anche il papa ha il posto fisso, lo lascia quando muore), ambisce anche a diventare operaio. Come personaggio dovrebbe far ridere e invece prende il 40% del consenso del popolo italiano che invece lo prende sul serio. Anche lui parla di globalizzazione e flessibilita’ del lavoro, beato lui! è’ chiaro che parlo solo per invidia.
- Agnelli (Senatore a vita)
stessi concetti sopra descritti per il suo collega “berlusca”.
- D’Alema (onorevole)
ha tentato di riformare il concetto di “comunismo europeo”, perchè da sempre ha fatto parte dell’oligarchia comunista (ex pci), preso a calci dai suoi stessi commilitoni, primo fra tutti Veltroni, un altro con il posto fisso, fu fatto fuori, e tutti insieme parlano di globalizzazione, beati loro! ma io parlo solo per invidia.
Basta con la classe dirigente, che sono noiosi, e tutti cloni di loro stessi, e tutti insieme ogni cinque anni di legislatura festeggiano il loro posto fisso detto “seggio”, che noi puntualmente gli confermiamo.
Certo che da questa squadra di ribaldi c’è poco da stare allegri, e noi poveri disgraziati cavie di costoro, cosa facciamo?
Eleggiamo un nostro difensore rappresentante e paladino della nostra condizione:
- Taricone (star-system)
è il personaggio piu’ famoso del momento, che mette a disposizione la sua intelligenza per rappresentare chi lo ha messo sul trono dello star-sistem, e cioè noi poveri disgraziati. Lui però attua il concettto globalizzatore della classe dirigente, infatti sicuramente tra un paio di anni dovrà trovarsi un altro lavoro.
Insomma cari amici, la situazione è chiara, qui quel poco che abbiamo, teniamocelo stretto, perche’ adesso stiamo male, ma con questi comandamenti, dopo staremo peggio.
Attenti al deretano perchè globalizzazione vuol dire zirolone, e ritorniamo al concetto iniziale.

Marco Cavicchia