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IL II Congresso UIL PA (la relazione del Seg. Generale Bosco)....

Federico RighiSi riporta, quì di seguito, la parte della relazione del Segretario Generale della UIL PA Salvatore Bosco, che riguarda il Precariato.
Clicca quì e scarica il documento intero.

LA SOLIDARIETA’

Giorno dopo giorno, abbiamo dovuto assistere alla cessione di
un crescente numero di attività ai privati, o alla trasformazione di
interi pezzi della pubblica amministrazione in società di diritto privato. Ma la scelta di privatizzare settori sempre più vasti ha provocato un aumento dei divari e delle sperequazioni all’interno della società e tra i cittadini.
In molti settori strategici del welfare la contrazione dell’offerta di servizi pubblici sta determinando una nuova, odiosa forma di divisione per classi, con l’allargamento della forbice tra ricchi e poveri. Oggi i primi possono permettersi di affrontare le spese rilevanti dei costosi servizi privati, mentre i secondi, sempre più numerosi, vengono emarginati a causa della soppressione o riduzione delle strutture pubbliche di sostegno sociale.
L’esercizio dei diritti alla salute, alla pensione, all’istruzione, al lavoro, è stato ridotto in servizi sempre più riservati solo a chi può pagare.
E’stato inferto così un duro colpo al modello di società solidale, i cui valori costituiscono uno dei principali punti di riferimento del movimento sindacale.
Ecco perché noi vogliamo richiamare, con forza, l’attenzione della nuova classe politica e dirigente del Paese sulla crisi profonda che ha ormai investito la società italiana.
Ci attendiamo una politica mirata a restituire alla pubblica amministrazione quel ruolo di centralità indispensabile per garantire, in ogni settore della vita sociale e civile, livelli omogenei di sviluppo, di giustizia e di solidarietà, in una parola: di benessere.
Ci attendiamo risposte concrete a problemi reali, politiche di investimento in risorse umane e impegni efficaci per il lavoro.
L’unica politica con la quale è stata, invece, affrontata in questi anni la questione del personale è stata quella del precariato!
Per aggirare i blocchi delle assunzioni sono stati attivati centinaia di migliaia di rapporti di lavoro atipici, privi delle più elementari norme di tutela.
Giovani e non più giovani, con pochi diritti, senza prospettive, senza futuro, da anni svolgono quotidianamente compiti propri dei dipendenti a tempo indeterminato.
Noi consideriamo tutto ciò come una vera e propria forma di sfruttamento del personale, al quale si impongono più doveri in cambio di minori diritti, più obblighi in cambio di minori tutele.
A questi lavoratori va la nostra totale solidarietà, ma soprattutto il nostro sostegno, e al governo chiediamo dunque, seppur con la inevitabile gradualità del caso, la loro definitiva stabilizzazione.
Lavoro precario e non solo, purtroppo.
Per i dipendenti pubblici, infatti, registriamo anche la mancata introduzione della previdenza integrativa.
Coloro che sono stati assunti a partire dagli anni ’90 avranno pensioni da fame, perché il loro trattamento, nella migliore delle ipotesi, non supererà il 50% dell’ultimo stipendio.
Ma il problema, sia chiaro, riguarda un po’ tutti, anche i meno giovani, anche chi oggi ha più di 20 anni di servizio, che dovrà mettere in preventivo un taglio secco della pensione dal 20 al 40% rispetto alle cifre determinate con le vecchie regole.
Si sta creando, per il futuro della nostra società, un esercito di potenziali nuovi poveri e, se le cose non cambieranno, tali saranno anche i pensionati della pubblica amministrazione.
Noi, dunque, chiediamo che siano annullati gli effetti negativi del decreto Maroni sulla previdenza integrativa, con precise norme di salvaguardia per le specificità del settore pubblico, oggi di fatto pesantemente penalizzato dagli ultimi interventi legislativi.
I lavoratori pubblici devono essere invece messi, sin da subito, in condizione di scegliere liberamente se costruirsi una rendita aggiuntiva alla pensione obbligatoria.
I lavoratori pubblici devono avere la possibilità di versare le proprie quote di liquidazione ai fondi pensione previsti dalla contrattazione collettiva.
Nello stesso tempo, però, è indispensabile che vengano omogeneizzate, tra i vari comparti pubblici, le basi di calcolo per la previdenza integrativa e le normative sul trattamento di fine rapporto tra lavoratori pubblici e privati.
Vogliamo verificare se c’è la volontà politica di realizzare in tempi brevi questi obiettivi, che consideriamo prioritari.
Siamo stanchi dei continui rinvii e non siamo più disposti ad attendere.
Per affermare i nostri diritti ad un equo e dignitoso trattamento pensionistico, ci batteremo a tutti i livelli e in tutte le sedi, esercitando ogni possibile forma di pressione, di mobilitazione e di lotta.


L'intervento al Congresso scarica il documento quì .

Ho pensato e ripensato a come iniziare questo mio intervento, che premetto sarà breve, anche se fin troppi affermino ciò prima di iniziare a parlare, col risultato che quando poi hanno finito, hanno dimenticato di averlo detto.
Non parlerò da esperto, né tanto meno da navigato rappresentante sindacale; diciamo che la mia ancora breve esperienza e il mio ambito di appartenenza, sono un lavoratore precario dell'agenzia del territorio, riducono di molto, per ovvi motivi, il mio raggio d'azione.
Comunque prometto che non andrò proprio a braccio.
Ringrazio la UIL PA per l'occasione e per l'ospitalità che mi ha concesse, ringrazio anche tutti i presenti.
Parto dal meno: ho rilevato, come del resto immagino abbiate fatto voi, che nel corso della recente campagna elettorale, da poco conclusasi con la vittoria del Centro Sinistra, un clima davvero infuocato, una battaglia aspra e senza esclusione di colpi, certamente non è stato fornito un bell'esempio di civiltà a chi ci osservava da fuori, ma purtroppo i toni accesi, da ambo le parti, hanno costretto gli italiani ad assistere ad un duro scontro politico.
Ho osservato in silenzio lo scambiarsi di colpi, senza tanti complimenti, da ambo le parti in lizza, un continuo botta e risposta costituito da sciabolate sempre più taglienti. Devo dire che le sciabolate sono state sentite sia a destra che a manca, ma, secondo me, la sciabolata più forte l’ha subita il Centro Destra, e questa grave ferita gli è stata inferta dalla posizione, assunta dall'Unione, sulla denuncia ferma della grave precarizzazione del mondo del lavoro che in cinque anni il Centro Destra è stato capace di generare, al grido di flessibilità ad ogni costo.
Certo è che non tutte le colpe sono le loro, ma bisogna assolutamente dire che molto hanno fatto per rendere meno semplice la vita a milioni di italiani.
Ho la necessità di collocare il presente che viviamo all’interno di un quadro storico ampio. Prima di procedere, devo assolutamente prendere le distanze da quella concezione che continua a riproporre, ogni qualvolta si parli di ‘precariato’, il vecchio e inadeguato schema della “società duale”, per il quale, i processi di precarizzazione altro non sarebbero che il vettore dell’esclusione sociale dallo sviluppo capitalistico, e i precari nient’altro che i rifiuti espulsi dalla “vera” produzione sociale. Insomma io contrasto con vigore, il tentativo di leggere la precarietà come l’ultima frontiera della marginalità sociale bensì io vedo la precarizzazione come lo schiavismo del terzo millennio; lo sfruttamento legalizzato di forza da lavoro disponibile e soprattutto altamente professionale. Sfruttamento posto in essere per consentire ai più ricchi di arricchirsi ancora di più.
Ma se oggi quì parliamo anche di precariato non possiamo esimerci dal cercare di comprendere quali sono le trasformazioni del mondo del lavoro che hanno indotto alla creazione del “precariato” non si può certo parlare ingenuamente di “blocco delle assunzioni” e conseguente nascita di una categoria sociale, per la necessità di ovviare all’impossibilità di assumere nuovo personale. Il precario non è solo oggetto di un’avanzata interpretazione formale dei processi, bensì è da individuarsi quale soggetto in grado di agire, di provare passioni, di muoversi, di rispondere, di ribellarsi e di cercare ad ogni costo la libertà.
Come nasce, quindi, il precariato?
Quali fasi hanno preceduto la sua affermazione e la sua grande presenza nel lavoro produttivo?
Non sono domande a cui possiamo rispondere oggi, necessiterebbero di approfondimenti che esulerebbero dal contesto odierno e soprattutto dal motivo di questa grande assemblea, posso solo dire che il precariato ha radici di pensiero che risalgono al periodo della manifattura, visto da Marx come momento di “accumulazione primitiva” e di costruzione dello stato moderno; il periodo della grande industria, che orientativamente, anche se abbastanza precisamente, possiamo inquadrare nell’arco che va dal 1848 al 1968. Come capirete si deve necessariamente andare troppo a ritroso nel tempo, ma ci deve far riflettere il fatto che Marx aveva in effetti già postulato ciò.
Dunque il precariato non come sventura improvvisamente abbattutasi sul nostro tempo ma come processo dell’arricchimento teorizzato, previsto e attuato.
Posso solo sintetizzare dicendo che ad un precario, tutto gli appartiene e niente è suo. In special modo non gli appartengono la sua vita, la sua autodeterminazione, il suo futuro; vincolato com’è ad un contratto a termine.
Di sicuro la vita dei precari ha più di un comune denominatore: la sfiducia nel futuro, la sfiducia nelle istituzioni, la mancanza di riferimenti quali la famiglia, un reddito sicuro, un lavoro sicuro, una casa. In questi ultimi anni sono stati generati migliaia di infelici, schiavi di un progetto, che non credono più nel futuro, viventi in un torto che subiscono da anni.
L’attuale compagine Governativa ha capito tutto ciò, e nè ha fatto uno dei cavalli più trainanti della propria Campagna elettorale, ha speso molte belle parole sulla centralità e l’importanza della famiglia, ma mi chiedo quale famiglia se milioni di italiani precari non hanno nessuna certezza del loro futuro e dunque, non si sposano, non fanno figli, non acquistano case, insomma: non costituiscono più famiglie!
Come possiamo continuare ad avere avanti ai nostri occhi, costantemente e senza far nulla, lo spettro di milioni di non vite, questa gente che cerca in tutti modi di sfuggire la morsa del precariato, ma resta sempre e inesorabilmente imbrigliata dalla stessa situazione a cui oppone resistenza. Purtroppo oggi non si fugge dal precariato nemmeno con l’immaginazione, probabilmente se il grande Pirandello fosse ancora vivo avrebbe trovato, nel precariato, argomenti per numerosi altri suoi mirabili classici della letteratura. E’ oramai chiaro il fallimento delle politiche neoliberiste.
Le forze riformiste di fronte alla crisi sociale in cui oggi versano milioni di italiani devono rispondere con chiarezza alle spinte e alle richieste della società civile che è costituita in massima parte da precari.
Con questo Congresso oggi colmiamo un ritardo. Il ritardo nell’affrancamento dei lavoratori precari. In anni, come quelli che stiamo vivendo, di grandi cambiamenti e incertezze sociali, mentre si modificano radicalmente la geografia e gli equilibri politici, a causa delle guerre, del terrorismo e delle mire imperialiste, ritengo che compito del soggetto politico sia quello di sopperire alla mancanza di certezze e stabilità che c’è nel nostro paese.
La necessità di fornire sicurezza e fiducia nel futuro è diventata impellente. Ce lo ricorda appunto ogni giorno la questione sociale del precariato, il movimento politico non può e non deve mettere la testa sotto la sabbia come uno struzzo, deve reagire di fronte alle grandi ingiustizie che attraversano l’Italia. Bisogna responsabilmente e consapevolmente ammettere gli errori del passato, propri e di altri e, nell’ottica di un rinascimento culturale, agire con determinazione sulle questioni sociali.
Mi aspetto, i precari si aspettano, uno o più provvedimenti di legge che sanino, anche gradualmente, la loro condizione di lungo precariato, magari cominciando dai 1600 dell’agenzia del territorio.
Chiedo che questo documento diventi parte integrante del documento finale del II Congresso Nazionale della UIL PA.
Grazie




Ultima Ora

Abbiamo notizia, da più parti d'Italia, che nell'ambito della stesura di una legge di iniziativa popolare, vengono chieste ai colleghi LTD, anticipatamente, firme a sostegno della stessa.
Premesso che già ci siamo espressi negativamente nel merito delle firme anticipate, non entriamo nel merito della proposta di Legge, che valuteremo, non appena ci sarà fornita una copia.
Non abbiamo preconcetti verso tale iniziativa, ma una proposta, che nel suo seno, porta una modalità concorsuale per prevedere l'accesso al tempo indeterminato, seppur tale modalità sia volta alla sola verifica dei titoli presentati, creerà di sicuro grossi problemi. Infatti come per tutti i concorsi seguirà una graduatoria, che non sappiamo se regionale o nazionale,. Graduatoria che sancirà chi dovrà entrare, quando dovrà entrare, e sopratutto dove dovrà entrare.
Visto che una norma di tipo generale, come quella che si sta approntando, considerata proprio la sua validità per la generalità dei precari italiani, non potrà scendere nel dettaglio delle singole realtà e dunque gli Enti potranno "regolare" la norma a seconda delle proprie esigenze. L'agenzia che non troppo velatamente ha più volte fatto intendere che vedrebbe di buon occhio un assestamento di gran parte dei LTD, negli uffici del nord, una volta proprio sfruttando lo strumento concorsuale.



Nell'ambito delle iniziative volte alla stabilizzazione di tutti i LTD dell'agenzia del territorio, mediante una trasformazione dell'attuale contratto a tempo determinato, abbiamo attivato una serie di contatti, dopo l'insediamento del Governo, con esponenti politici e di Governo.
Si rende disponibile, per conoscenza e per le opportune valutazioni da parte dei colleghi la lettera che abbiamo inviato il 20 maggio al Sen. Giorgio Benvenuto, scaricala cliccando quì.


Dal II Congresso della UIL PA, (Roma dal 29 maggio al primo giugno 2006)

Abbiamo avuto confronti diretti con Ministri e Politici, nei quali ci siamo accertati che il Governo, dopo una iniziale fase di studio, attiverà un confronto stabile con le OO.SS. Confederali,
al fine di procedere ad una progressiva sanatoria di tutti i precari. Trovando soluzioni adeguate e mirate volte a salvaguardare e garantire, realtà per realtà, i diritti, oramai acquisiti, dai Lavoratori Precari interessati. Questo a partire dalle sacche storiche: Ministeri e Agenzia del Territorio.

Nel frattempo ci stiamo attivando per un incontro alla funzione pubblica.

FORUM: Abbiamo introdotto delle novità, sul forum, ora c'è un moderatore, e su richiesta dello stesso, ora può iscriversi chiunque, col nick che vuole, l'importante è che non offenda il prossimo e si comporti civilmente. Comunque per qualsiasi chiarimento si può sempre scrivere all'amministratore: adminctlsuforum@libero.it.




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